Nido, bosco, cassetto, il mio nome cantato per gioco da qualcuno che mi chiama, un armadio aperto che sembra invitarmi ad entrare, il cigolio della porta, la poltrona dove siede il nonno a leggere il giornale quando viene a trovarci, la voce della radio che occupa le mie mattine, l’angolo della finestra da cui posso sbirciare la piazza senza essere vista, i silenzi degli anziani sulle panchine sotto casa, la porta che ogni mattina si apre al corridoio e me lo fa apparire lungo, la distanza tra te e me in certi giorni, il tuo modo di dirmi amore, una fessura esagerata sotto la porta da cui passa aria, luce e qualcos’altro che non saprei dire, lo spazio tra i nostri occhi mentre si guardano, lo spazio tra le mie dita disegnate sul foglio, il tempo per raggiungerti…..
Abitiamo uno spazio fisico con oggetti e persone che dentro di noi può farsi poesia. Siamo immersi in uno spazio sonoro che ci culla, ci accoglie, ci respinge, sempre. C’è una regola che non possiamo aggirare: lo spazio esterno produce un riverbero nel nostro spazio interno e noi siamo confini. In questi spazi che abitiamo le relazioni vivono la loro vita. Nella prima infanzia la relazione col mondo è poetica, i confini tra interno e esterno sono sottili.
Lo spazio è sempre narrativo e la nostra immaginazione è il luogo dove il mondo, tutto il mondo, fatto di cose e persone si fa spazio diventando presente. Un laboratorio per esplorare come lo spazio fisico e sonoro in cui lavoriamo come educatori può diventare teatro delle nostre relazioni e, volendo, migliorarle; in cui fare esperienza della potenza immaginativa della musica e delle parole, vale a dire di quello spazio necessario alla generazione del pensiero in uno stato di benessere.
Target: educatrici di nidi e servizi 0-6, insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria
Luogo
Centro Poliedro, Piazza E. Berlinguer Pontedera
Caratteristiche del corso
- Lezioni 0
- Quiz 0
- Durata 1 ora
- Abilità All levels
- Lingua English
- Studenti 30
- Valutazioni Yes